Tabù edizione 2017


Tabù, antico codice umano L’eros in mostra

Museo d’Arte Diffuso 


6 - 14  Ottobre 2017   PIGNETO - ROMA

Manifesto

Una rilettura del nostro desiderio, dell'immaginario, del simbolico, uno sguardo svelato, un'escursione nelle nostre pulsioni sotterranee e nascoste.
Nel corso del tempo e attraverso le diverse culture, la sessualità è stata una bestia restia ad ogni controllo.
La censura degli istinti è alla base dei diversi tabù che hanno condizionato in ogni parte del pianeta la “morale” della vita sociale.
L’eros e le sue cariche di tabù compaiono sin dalle prime manifestazioni d'arte preistorica, ne è un esempio la “Venere di Willendorf” del Paleolitico, risalente a 24.000 anni fa circa. Dall'Antico Egitto, passando per i Maya, fino agli Induisti, Orientali ed Africani: tutte le culture sono segnate da questa dicotomia tra desiderio e repressione.
L’espressione erotica arriva diretta anche dall'Iliade di Omero: “Ma ora andiamo a letto e facciamo l'amore: non mi ha mai preso il cuore un desiderio tanto possente”: da allora i filosofi cercano di darne un' interpretazione più ampia, non solo associata all'attrazione sessuale. Parlano di bellezza e verità, di eros come un motore che muove il pensiero e persino la filosofia, e viene descritto a volte come un dio, a volte come un demone.

Anche la Bibbia dedica l’intero Cantico dei Cantici: “Perché forte come la morte è l’amore / tenace come gli inferi è la passione: / le sue vampe son vampe di fuoco / una fiamma del divino!”

Sin dall’inizio del secolo scorso la scienza lo affronta in tutti i modi possibili: è sufficiente citare Sigmund Freud ed il suo classico saggio “Totem e tabù” per dare una dimensione del fenomeno.
Nel capitolo “Il tabù e l'ambivalenza dei sentimenti”, egli sostiene che “La parola tabù esprime due opposti significati: in un senso significa sacro, consacrato, nell'altro, sinistro, pericoloso, proibito, impuro. [...] Al tabù sono collegate delle restrizioni che trovano espressione in divieti e limiti. Possiamo in genere pensare che al significato di tabù corrisponda spesso il nostro «orrore sacro».
[…] Wundt sostiene che il tabù sia il più antico codice non scritto dell'umanità; e si ammette generalmente che esso sia più antico degli dèi e che risalga a tempi molto remoti, antecedenti a qualsiasi tipo di religione.”
Ma cosa sono oggi i tabù? Come interpretare l’eros in chiave contemporanea?
In “Comizi d’amore” Pasolini si interroga: “… Questi temi sociali vanno trattati esplicitamente o meglio tacerne?”. E noi, che siamo abituati a fare domande, poniamo il quesito e chiediamo l’ausilio e il confronto dei nostri artisti.
Pittori, fotografi, scultori, poeti, fumettisti, attori, videomaker ed altri, sono chiamati in causa - senza condizionamenti né preconcetti - a manifestare ciò che sentono quando si parla di eros e dei suoi tabù: dalla passione all'ironia, dall'umorismo alla tragedia - in tutte le sue declinazioni e forme possibili.
Gli artisti sono convocati ad esprimersi su un argomento del quale abitualmente si tace.

E il pubblico, convocato a godere della sua arte.

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